lunedì 29 aprile 2013

Fotovoltaico e design


Fotovoltaico e design

Prodotti e le idee presentate al FuoriSalone 2013 dove il sole è protagonista 

na visione sulla città del futuro: Energetic Energies, suggestiva installazione di Akihisa Hirata per Panasonic nel Portico Richini dell’Università Statale, è una città collinare in scala che si snoda su una lunghezza di 30 metri, con seimila pannelli solari ad alimentarla, sedici proiettori e altoparlanti che simulano la vita cittadina. È una proiezione di quello che potrebbero diventare le nostre città, con grande aiuto per la riduzione dell’inquinamento ambientale e dei costi dell’energia.
PRONTI PER L’USO IN GIARDINO, CORTILE, TERRAZZO E BALCONE
La possibilità di produrre energia elettrica fotovoltaica è a portata di mano, con prodotti nuovi e facilmente fruibili: Officina idee verdi con Aurora in zona Tartina (no, non è un refuso), propone tende fotovoltaiche da mettere sul balcone che con 528x350 cm producono 1 kWp, una pensilina fotovoltaica che oltre ad alimentare le auto elettriche può essere declinata come ombrellone che produce energia. Sempre in tema di strutture solari Raya di Systema Bamboo alla Cascina Cuccagna con Goodesign: è una struttura ad albero che occupa pochissimo spazio in sostenibilissimo bamboo, sopra alla quale sono posizionati dei pannelli fotovoltaici energifori.
MUSICA E LUCE
Due ore di ricarica per 70 ore di musica è la prestazione di Disko, diffusore audio-luminoso di Matteo Bazzicalupo di Deepdesign presentato nel magico contesto di Ortofabbrica nella versione rivestita “sartorialmente” con un foglio di pietra flessibile e naturale da 1,5mm: è un cilindro free-standing wire-less perché alimentato ad energia solare. Un plusvalore: è progettato e costruito in ltalia. Siete in un luogo buio non raggiungibile dalla corrente elettrica? Potete sempre servirvi di O’Sun, lampada fotovoltaica di O-SUN SYSTEM, progettata per le comunità africane prive di energia elettrica: è funzionale e facilmente trasportabile in qualsiasi luogo senza corrente, così come la piccola Crestone Solar Light Bulb N200 di Nokiero, presentata al Well-tech Award 2013 presso la Provincia di Milano. Nella stessa sede due chicche: il casco solare dell’lstituto Fraunhofer dove ricaricare il cellulare in caso di necessità e Solar Loop di Paolo Venturella scultura solare per spazi pubblici, che prende forma dall’analisi del percorso del sole sulla terra. Partendo dall'idea che la superficie del pannello debba essere a perpendicolo con i raggi solari la forma è progettata in modo tale da garantire una superficie che sia ad ogni ora della giornata a perpendicolo con il sole, garantendo il massimo dell'efficienza energetica.
Donatella Pavan
Fonte : ATCasa

Condominio: basta deleghe all’amministratore


Condominio: basta deleghe all’amministratore

lunedì 29 aprile 2013

Dal 18 giugno l'amministratore non potrà più rappresentare alcun condomino in assemblea
Dal 18 giugno basta deleghe all’amministratore. E’ una delle novità introdotte dalla Riforma del condominio che entrerà in vigore tra meno di due mesi e risolverà situazioni spiacevoli che talvolta si vengono a verificare nei condomini italiani. Attualmente esistono infatti casi di amministratori che raccolgono un certo numero di deleghe dai condomini che non intendono partecipare all’assemblea e, grazie ad esse, raggiungono i numeri prescritti per la validità dell’assemblea stessa. Non solo: alcuni di questi amministratori usano le deleghe così raccolte per votare a favore dell’approvazione del proprio rendiconto e spesso le eccezioni dei condomini effettivamente presenti vengono disattese. Quest’ultimo già oggi è un comportamento non ammesso , ma dal 18 giugno il divieto risulterà ancora più preciso e inequivocabile.
Attualmente, a meno che il regolamento condominiale non ponga dei limiti, ogni rappresentante – e quindi anche l’amministratore – può ancora rappresentare tutti i condomini che gli hanno rilasciato la delega. Tuttavia, spiega Assoedilizia (associazione milanese della proprietà edilizia), l’amministratore non potrà usare queste deleghe per votare l’approvazione del proprio rendiconto perché la pressoché costante giurisprudenza ha affermato l’esistenza di un evidente conflitto d’interessi. Dall’entrata in vigore della Riforma non sarà più possibile conferire deleghe all’amministratore che quindi non potrà definitivamente rappresentare in assemblea alcun condomino.
Fonte : Quotidianocasa.it

home staging e ikea, un binomio vincente per vendere o affittare casa


home staging e ikea, un binomio vincente per vendere o affittare casa

lunedì, 29 aprile, 2013 

home staging e ikea, un binomio vincente per vendere o affittare casa
l'associazione italiana home stager stagedhomes per continuare ad ampliare l'attività e dare nuovi servizi, ha unito le forze con ikea business – negozio di anagnina a roma per promuovere l'arte di mettere in scena la casa
nonostante molti già conoscano ed utilizzino i prodotti ikea per qualità e modularità, ikea business offre soluzioni mirate per i proprietari, gli stager ed altri professionisti esperti del settore
oggi servono soluzioni smart, pratiche, accattivanti e con un buon rapporto qualità/prezzo.
l'home staging ha catturando l'interesse di tanti proprietari e professionisti, non solo per le case ma anche per alberghi, b&b, nuove costruzioni ecc. per superare gli ostacoli della crisi immobiliare
ikea e l'associazione italiana home stager hanno unito le forze e il 9 maggio 2013 dalle ore 16,30 alle ore 18,00 terranno assieme un primo seminario denominato 'la filosofia dell'home staging incontra ikea business'
ikea, già conosciuta come leader sul mercato dell'arredo, è il partner ideale per chi utilizza l'home staging, inclusi i proprietari che vogliono arredare i propri immobili per attirare il maggior numero di potenziali clienti
il programma prevede:
•    cos'è l'home staging
•    come utilizzare l'home staging: case studies di un intervento
•    la collaborazione tra l'associazione italiana stagedhomes e ikea business
•    realizzazione di interventi di home staging con l'assistenza di ikea
saranno presenti il team di stagedhomes e i referenti di ikea business del negozio ikea di roma anagnina per darti consigli su come partire con i tuoi progetti di home staging
registrati all'evento per scoprire come l'associazione e ikea business possonio aiutarti a trovare le soluzioni migliori per accelerare i tempi di vendita e affitto, oltre ad abbassare la forbice di sconto
associazione italiana home stager
Fonte : Idealista 
Pubblicato da : associazione italiana home stager

domenica 28 aprile 2013

Dall’Unione Europea arriva una direttiva a tutela dei mutui


Dall’Unione Europea arriva una direttiva a tutela dei mutui

La direttiva della UE stabilisce regole comuni per il mercato dei mutui, che nell’Unione Europea vale circa 665 miliardi di euro (dato aggiornato al 2011), allo scopo di introdurre maggiori tutele per chi richiede un prestito per comprare casa e mettere fine agli eccessi che hanno portato alla crisi finanziaria.
Risultato di un’intesa tra Parlamento, Consiglio e Commissione Europea, la direttiva prevede che gli aspiranti mutuatari ricevano maggiori informazioni sui costi e sulle conseguenze dell’indebitamento, e  migliore protezione sia dalle fluttuazioni del mercato sia in caso di difficoltà nel ripagare il prestito. Mentre per quanto riguarda i venditori di crediti ipotecari, essi dovranno essere autorizzati, registrati e supervisionati dalle autorità nazionali.
Secondo la dichiarazione del commissario Ue al mercato interno Michel Barnier, la direttiva porrà fine agli eccessi e favorirà pratiche creditizie responsabili. Barnier ha poi aggiunto che la crisi finanziaria negli Usa è cominciata con i subprime, dove i mutui venivano concessi senza controllare che chi li sottoscriveva potesse ripagarli e dove i consumatori erano poco e male informati,  con conseguenze enormi per l’intero settore finanziario. E una situazione simile si è verificata anche in Spagna e in Irlanda con il boom immobiliare e il conseguente scoppio della bolla. 

Pubblicato il 24/4/2013 - a cura di Ciro Galeone


Mutui, torna operativo il “Fondo di Solidarietà”


Mutui, torna operativo il “Fondo di Solidarietà”

26 apr 2013, pubblicato da Vittoria Giannuzzi in: Crisi Economica Economia Immobili Mutui Primo piano 
Buone notizie per chi si trova in difficoltà nel pagamento della rata del mutuo: torna operativo il cosiddetto “Fondo di Solidarietà” del ministero dell’Economia. Sarà quindi possibile sospendere, fino a 18mesi, il pagamento della rata del mutuo prima casa, con conseguente prolungamento della durata del contratto di finanziamento. Il Fondo di Solidarietà, già operativo perché pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, era stato introdotto per la prima volta nel 2010 e aveva ricevuto negli scorsi mesi un ulteriore rifinanziamento con il Decreto Salva Italia: lo stanziamento servirà a coprire i mancati guadagni della banca, vale a dire i costi degli interessi maturati sul debito residuo che questa non percepirebbe durante la fase di sospensione del pagamento.
Ad oggi, sono stati già seimila i mutui prima casa sospesi: è possibile richiedere un’interruzione dei pagamenti se si è in ritardo nel pagamento delle rate da massimo 90 giorni consecutivi. Ovviamente possono ottenere questo sostegno soltanto coloro che si trovano in determinate condizioni di difficoltà economica: aver perso il lavoro, subito un lutto o aver ricevuto il riconoscimento di un grave handicap dopo l’ottenimento del mutuo (almeno dell’80%). Oltre a questi fattori, perché la domanda venga accettata devono essere rispettati anche requisiti economici: il mutuo erogato non deve superare i 250mila euro e deve essere stato avviato da almeno un anno;l’indicatore ISEE del reddito familiare non deve superare i 30mila euro. L’accesso, infine, è precluso a chi si sia licenziato o è dichiarato moroso dalle banche e a chi usufruisce già di agevolazioni pubbliche.
Non è possibile sospendere il pagamento delle rate per più di due volte. La modulistica necessaria per fare domanda è reperibile sul sito del Consap e del Ministero dell’Economia; le domande vanno presentate alla banca con cui si è sottoscritto il finanziamento.
Fonte : Immobiliare.it

Tassi usurai sui prestiti? Il Giudice decreta che non sono dovute le somme degli interessi


Tassi usurai sui prestiti? Il Giudice decreta che non sono dovute le somme degli interessi

A Venezia, la corte d'Appello sanziona una Banca che pretendeva il 3% mensile su un finanziamento.

Finalmente la Magistratura ha iniziato a colpire e sanzionare i comportamenti che gli istituti di credito adottano nei riguardi della clientela quando i prestiti richiesti non vengono puntualmente restituiti. Sostanzialmente, il concetto della motivazione della sentenza è il seguente: al momento in cui una banca presta somme di danaro chiedendo ed ottenendo per questo servizio tassi da usurai, anche se questi riguardano quelli applicabili sulla mora, il cliente non è tenuto a versare nella restituzione del prestito il "quantum" ad essi riferibili.
A mettere una pietra tombale è la Corte d'Appello del Tribunale di Venezia (3° Sez. Cv.) che ha accolto il ricorso nelle aule giudiziarie attivato da un'azienda operante nel bellunese. Il titolare di questa impresa aveva avviato un contenzioso con una banca dalla quale aveva chiesto e ottenuto un finanziamento addirittura nel lontano 1996.
Il soggetto in questione si era ritrovato in condizione di non poter rispettare gli impegni e nel momento in cui la sua azienda non aveva provveduto al pagamento delle rate si era visto applicare, tramite l'emissione di un decreto ingiuntivo, un interesse di mora addirittura del 36% annuo (vale a significare un 3% mensile).
La vicenda è finita su tutti i giornali della'area regionale veneta dove il problema conflittuale tra piccole e medie aziende e istituti di credito si è di fatto trasformato in una battaglia anche per i risvolti della crisi internazionale. Dal Gazzettino, apprendiamo che già nella sentenza di primo grado, presso la sezione staccata del Tribunale di Pieve di Cadore, l'imprenditore aveva ottenuto una sia pur parziale vittoria grazie al riconoscimento della "natura vessatoria della clausola" inserita contrattualmente dalla banca, ma poi avevano definito la consistenza del debito residuo applicando al capitale gli interessi al tasso legale e non più al 36%.
Nella sentenza d'appello, i giudici di Venezia hanno applicato a favore dell'azienda l'articolo 1815 del Codice civile, il quale stabilisce testualmente e senza equivoci che se in un contratto sono convenuti "interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi". Un'altra arma in più per tutti i difensori dei consumatori e dei cittadini che subiscono quotidianamente angherie da parte del sistema creditizio che non vuole conformarsi alle nuove tendenze normative.
Fonte : Supermoney

Al cartello «Vendesi» abusivo tocca una multa salata


Al cartello «Vendesi» abusivo tocca una multa salata

  • 23 aprile 2013
di Michela Finizio

Sono anni che la normativa per l'affissione dei cartelli «Vendesi» prevede multe salate e, ancora oggi, numerosi agenti immobiliari incorrono in sanzioni. A gennaio 2012, inoltre, si è aggiunto l'obbligo di riportare l'indice di prestazione energetica (Ipe) sugli annunci di vendita, affissi su facciate o cancelli di edifici in città. Fimaa Milano ha raccolto i casi più frequenti e, al fianco dei suoi associati, li assiste nelle controversie cercando di conciliare.
«Ognuno interpreta la normativa sul territorio - afferma Beatrice Zanolini di Fimaa Milano - e, nel caso di alcuni ufficiali zelanti, alcune multe erogate sono state un po' inopportune. Si arriva fino a 3mila o 4mila euro per cartello. Abbiamo raccolto alcune casistiche, per informare meglio le nostre agenzie immobiliari. In alcuni casi abbiamo anche fatto dei ricorsi e ottenuto delle cancellazioni». Le multe più frequenti sui cartelli «Vendesi», secondo Fimaa Milano, sono quelle per violazione del codice della strada. Non troppo tempo fa, in provincia di Milano, è stato sanzionato un cartello perché affisso su un cancello in prossimità di un incrocio, che avrebbe potuto distrarre i conducenti delle automobili. La multa di 600 euro faceva riferimento all'articolo 23 del Codice che vieta ogni tipo di pubblicità che «per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l'efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l'attenzione».
Lo stesso articolo sottopone l'affissione di mezzi pubblicitari visibile dalle strade «ad autorizzazione da parte dell'ente proprietario della strada nel rispetto delle presenti norme. Nell'interno dei centri abitati la competenza è dei comuni, salvo il preventivo nulla osta tecnico dell'ente proprietario se la strada è statale, regionale o provinciale». Nel caso, dunque, in cui si trovi all'interno di un centro abitato la normativa dipende da Comune a Comune, in base al Regolamento affissioni locale. Per le strade del Comune di Bologna, ad esempio, non è necessaria l'autorizzazione se gli avvisi sono entro il quarto di metro quadro (quindi non più grandi di un foglio A4 circa) e posti sull'immobile di riferimento. Il regolamento del capoluogo lombardo non differisce molto da quello emiliano, ma sul territorio ognuno fa da sé.
L'indicazione delle dimensioni ritorna anche nella normativa sull'imposta di pubblicità. Il Decreto Legislativo 15 novembre 1993, n.507, che impone il pagamento di un'imposta comunale per le affissioni pubblicitarie anche su proprietà privata, all'articolo 17 comma 1 lettera b), stabilisce la stessa esenzione: «Gli avvisi al pubblico (...) riguardanti la locazione o la compravendita degli immobili sui quali siano affissi, di superficie non superiore ad un quarto di metro quadrato». I cartelli «Vendesi» con queste caratteristiche, dunque, devono essere affissi sull'immobile oggetto dell'avviso: da qui le diciture «in questo stabile» o «in questo immobile», presenti nella maggior parte degli annunci
Anche se affissi da agenzie immobiliari, i cartelli sono soggetti alle stesse regole, ma in più l'agenzia deve poter dimostrare, su richiesta delle autorità, l'avvenuta procura da parte del cliente e gli avvisi non devono essere finalizzati a promuovere il marchio dell'agenzia, altrimenti è necessaria l'autorizzazione e il pagamento dell'imposta di pubblicità. Tanto più sulle stesse vetrine dell'agenzia, ma anche in questo caso possono intervenire i regolamenti comunali: Bologna, ad esempio, ha esonerato dal pagamento dell'imposta le vetrine di annunci che non contengono il marchio e il recapito della agenzia, ma solo la descrizione dell'immobile, considerando i cartelli senza logo una "esposizione di un prodotto" e non una pubblicità aziendale. In altri Comuni, invece, l'agenzia deve pagare un tributo all'ufficio pubblicità in base alla superficie espositiva della vetrina.
Allo stesso modo ci sono enti locali che chiedono di essere informati per l'affissione di ogni singolo cartello, indipendentemente dalle dimensioni; altri che non entrano nel dettaglio, lasciando libertà interpretativa agli agenti di polizia sul posto. Così che, racconta Fimaa Milano, si incontra pure l'ufficiale dell'Amsa che ritiene l'affissione «imbrattamento dei muri».
In questo scenario, da più di un anno si è inserita la norma sull'obbligo di indicare la classe energetica e l'Ipe dell'immobile: anche in questo caso le Regioni hanno deliberato ciascuna per conto proprio, ma nonostante dietro tanti cartelli possa nascondersi un'autodichiarazione in classe G, sono ancora pochi quelli multati per questo motivo. «Qualche sanzione è arrivata in zone provinciali - aggiunge Beatrice Zanolini - magari dove è più facile avere la presenza degli organi di controllo sul territorio. Ma riceviamo molte più chiamate di chiarimento dagli uffici comunali, che chiedono a noi se tale cartello è sanzionabile o no. Insomma, la circolare non è chiara, ci sono stati degli esoneri e la confusione è un deterrente per i controlli».
Fonte : Casa24plus

Nel modello 730 l'Imu cancella l'Irpef sui redditi fondiari


Nel modello 730 l'Imu cancella l'Irpef sui redditi fondiari


di Dario Aquaro

Martedì 30 aprile arriva la prima scadenza per la presentazione del modello 730, che apre la stagione delle dichiarazioni dei redditi 2012. È il termine per chi presenta il 730/2013 al proprio sostituto d'imposta, se questi ha comunicato entro il 15 gennaio di voler prestare assistenza fiscale per quell'anno. Mentre il 31 maggio è il termine per chi lo presenta a un Centro di assistenza fiscale (Caf) o a un professionista abilitato (commercialista, ragioniere, perito commerciale o consulente del lavoro). Il modello "facile" è diventato quest'anno ancor più snello e include alcune novità che riguardano gli immobili.
Immobili non locati La prima è l'assenza dei redditi da fabbricati e terreni, se soggetti all'Imu, che infatti «sostituisce, per la componente immobiliare, l'imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi ai beni non locati, e l'imposta comunale sugli immobili» (Dlgs 23/2011, articolo 8, comma 1). In sostanza se la casa è sfitta non si pagano più tasse sul reddito fondiario, come avveniva fino allo scorso anno, mentre chi affitta (e non opta per la cedolare) paga l'Irpef dovuta sui canoni come in passato.
I redditi dei fabbricati non locati (compresi quelli concessi in comodato a terzi o utilizzati a uso promiscuo dal professionista) sono perciò esenti da Irpef e addizionali comunali e regionali. Come quelli dei fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili e di fatto non utilizzati, che vedono ridotta la base imponibile Imu del 50% per il periodo relativo all'inagibilità.
Tra gli immobili su cui agisce l'effetto sostitutivo dell'Imu rientra ovviamente l'abitazione principale, per la quale di conseguenza non si applica la relativa deduzione (prevista dal Tuir all'articolo 10, comma 3-bis: non abrogato).
Nel quadro B (Redditi dei fabbricati) bisogna comunque indicare i dati di tutti gli immobili posseduti, inclusi quelli che non pagano l'Irpef. Chi presta l'assistenza fiscale, per calcolare il reddito, considererà solo gli immobili dati in locazione. Nella colonna 10 dei righi da B1 a B10 si deve riportare l'importo dell'Imu dovuta nel 2012 per l'unità immobiliare a cui si fa riferimento (anche se è stata versata in misura minore o non lo è stata affatto). Importo dovuto in relazione alla percentuale di possesso, se l'immobile è in comproprietà.
La colonna non va compilata solo nei casi di esonero dal pagamento dell'Imu o di immobili condominiali se l'imposta è stata pagata dall'amministratore di condominio. Questi fabbricati esenti da Imu (barrata la nuova colonna 12 del quadro B), anche se non affittati, vanno tassati normalmente.
Case affittate
Per gli immobili locati, i proprietari devono dichiarare il maggior importo tra il reddito medio ordinario (rendita catastale, rivalutata del 5%) e il canone ridotto della deduzione forfettaria del 15 per cento. La nuova misura del 5%, introdotta dalla riforma Fornero (legge 92/2012, articolo 4, comma 74) si applica solo a partire dal 2013: quindi dalla dichiarazione dei redditi del prossimo anno. Resta ferma comunque la possibilità di ridurre ulteriormente del 30% il reddito imponibile se si è scelto il regime concordato: portando così a tassare il 59,5% del canone.
Nella colonna 6 (canone di locazione) va perciò indicato l'85% del canone nel caso di tassazione ordinaria. Il 75% del canone se l'immobile è situato a Venezia centro e nelle isole di Murano, Burano e Giudecca (deduzione forfettaria al 25%). Il 100% se si è optato per il regime della cedolare secca (vedi articolo in pagina 15). Il 65% nel caso di immobili di interesse storico e artistico.
Dimore storiche
Per le dimore storiche concesse in locazione, il reddito è pari al maggior importo tra la rendita catastale, rivalutata del 5% e ridotta del 50%, e il canone di affitto ridotto del 35 per cento. Il canone assume quindi rilevanza ai fini della tassazione, che invece nel 2011 si basava solo sulla minore rendita catastale della zona censuaria dov'è collocato il fabbricato. Agevolazione che è stata abrogata. E anche se gli immobili storici e artistici non sono locati, si applica il nuovo articolo 144, comma 1, del Tuir: va perciò dichiarato il reddito medio ordinario ridotto del 50 per cento.
Fonte : Case24plus

mercoledì 24 aprile 2013

la casa che vorrei: ampia cucina, socialità, giardino o terrazzo


la casa che vorrei: ampia cucina, socialità, giardino o terrazzo

mercoledì, 24 aprile, 2013 


la casa che vorrei: ampia cucina, socialità, giardino o terrazzo
succeda quel che succeda gli italiani amano la propria casa, centro delle relazioni familiari ma anche sempre più aperta agli amici. il luogo più amato, non a caso, è la cucina, e se potessero esprimere un desiderio in cima alla lista dei sogni ci sarebbero terrazzo o giardino
qvc, leader mondiale per lo shopping televisivo ha ideato e realizzato insieme a human highway una ricerca sul modo di vivere la casa
obiettivo della ricerca è mettere in luce il valore simbolico che la casa riveste per gli italiani e i diversi modi di vivere l’ambiente domestico. nel contesto attuale, infatti, gli stili di vita si stanno rapidamente modificando e con essi la percezione della casa, che acquista una centralità sempre maggiore come luogo di socialità e intrattenimento
la ricerca evidenzia una sostanziale identificazione della casa con il focolare domestico: per un italiano su tre, infatti, il concetto di casa coincide con quello di famiglia. la casa non è soltanto un luogo fisico da abitare, quanto piuttosto il luogo “sacro” in cui riunirsi con i propri cari. la casa è vissuta dagli italiani come un posto caldo e accogliente, in grado di offrire un rifugio sicuro dal caotico mondo esterno
in particolare, nonostante il periodo di crisi e le difficoltà affrontate da molte famiglie (oneri legati al mutuo, maggiori spese e imposte), solo il 5% degli intervistati associa spontaneamente alla casa un’immagine negativa legata ai costi. più in generale, sommando tutti gli altri aspetti negativi associati alla casa come il disordine, le pulizie, gli spazi ridotti e altre carenze strutturali (casa fredda, da ristrutturare, etc.), si arriva al 13% di aspetti negativi contro una grande maggioranza di immagini positive
per lo stesso motivo la stanza in cui si identifica maggiormente la casa risulta essere la zona giorno, rappresentata dal binomio cucina/sala da pranzo. il 40,9% degli intervistati le preferisce alle altre (il 28,9% delle preferenze va al soggiorno/sala e il 12% alla cucina) e ne associa il profumo ai momenti più sereni della giornata, come il pranzo o il momento di confronto quotidiano con famiglia e amici. seguono nell’ordine:
1) la camera da letto (29,5%), che riscuote i consensi di più della metà degli under 25 come luogo di rifugio e intimità;
2) lo studio (11,3%);
3) gli spazi aperti come terrazzo, balcone e giardino (7,2%) e infine
4) il bagno, amato dal 3% del campione.
dall’indagine realizzata da qvc emerge anche che la casa si sta evolvendo in un luogo di “socialità” vero e proprio: è sempre più diffusa l’abitudine di aprire ad altri le mura domestiche condividendo i propri spazi. tutti gli intervistati, infatti, hanno dichiarato di aver organizzato almeno una cena o un rinfresco a casa propria negli ultimi sei mesi. tra le tipologie di eventi più diffuse, il primo posto (circa il 40% del campione) spetta alle cene “informali” (pizza e birra, aperitivo o cene a buffet), seguite dalle cene a tavola (37,6%) e dalle serate dedicate alla visione film e/o partite di calcio (36,8%)
infine, alla domanda “cosa manca a casa tua?”, la maggioranza degli intervistati risponde facendo riferimento a un aspetto materiale, come uno spazio all’aria aperta (giardino o terrazzo) o una casa più grande, con almeno una stanza in più da destinare a palestra, cabina armadio (per le donne) o studio (per gli uomini). solo una ristretta minoranza evoca qualcosa di immateriale (il bisogno di ordine, soprattutto per gli uomini, seguito da serenità, pace, armonia e relax)

note metodologiche
. l’indagine è stata eseguita online mediante l’utilizzo di un campione di mille persone, rappresentativo della popolazione internet italiana residente su tutto il territorio nazionale (circa 29 milioni di individui).
Fonte : Idealista

CasaZera, il social housing nelle aree industriali dismesse


CasaZera, il social housing nelle aree industriali dismesse

Modulo sperimentale in legno inaugurato alle ex Officine Nebiolo di Torino


24/04/2013 - È stato inaugurato la scorsa settimana a Torino, alla presenza del Presidente della Fondazione Torino Smart City, Enzo Lavolta, il modulo sperimentale “Casazera”, progettato e costruito da una cordata di sette imprese italiane, coordinate da DE-GA SpA, in collaborazione con il Dipartimento Energia del Politecnico di Torino e nel contesto di ECOstruendo, un progetto finanziato dalla Regione Piemonte e promosso da Polight, il Polo di Innovazione su bioedilizia e idrogeno dell’Environment Park.

Il prototipo Casazera è un modulo prefabbricato in legno studiato per essere incapsulato nell’intelaiatura di strutture industriali dismesse, come quelle costruite negli anni del boom economico del Novecento e poi progressivamente abbandonate. Queste aree occupano complessivamente, in Italia, diversi milioni di metri quadri di superficie che rischia di essere inutilizzata o destinata, dopo lunghi processi autorizzativi, alla demolizione.

Casazera propone un modello costruttivo e abitativo alternativo, basato su cinque promesse: zero consumo di suolo, zero spreco di risorse, zero tempo, zero energia, zero errori di progetto.

Il fascino architettonico degli ex edifici industriali non viene compromesso, ma viene, al contrario, valorizzato e attualizzato da una sapiente progettazione che integra soluzioni costruttive low cost con le tecnologie più innovative e sostenibili dal punto di vista ambientale.

Il modulo presentato a Torino, ad esempio, dispone di un’impiantistica in grado di combinare il contributo energetico di fonti rinnovabili come il solare termico e il fotovoltaico, con una caldaia a condensazione e una stufa a pellet, e abbinarne l’azione alla ventilazione meccanizzata e a sistemi di recupero calore e raffrescamento, gestiti da un impianto di domotica di facile utilizzo, che garantisce, attraverso un software open source, la qualità e il comfort dello spazio abitativo.

“Ci troviamo di fronte alla possibilità di rivoluzionare l’intero settore del social housing e delle residenze universitarie, con soluzioni accessibili economicamente e sostenibili dal punto di vista energetico e ambientale”, ha dichiarato Giorgio Gallesio, amministratore di DE-GA, la capofila del progetto. “Purché - ha ammonito Gallesio - la politica nazionale e gli amministratori locali facciano la loro parte mettendo i privati nelle condizioni di poter perseguire questo tipo di sviluppo. Sin dai tempi di Cristoforo Colombo c’è chi mette a disposizione della collettività audacia, coraggio e intuizione, ma qualcuno deve fornire solide caravelle per navigare.”

Un invito raccolto dall’Assessore Lavolta, che ha ribadito come la città “vuole garantire il sostegno alle vocazioni che stanno emergendo”. Con particolare attenzione a quelle soluzioni che potranno sostenere l’evoluzione di una “città universitaria”. “Quello che sorprende - ha affermato Lavolta dopo aver visitato il modulo Casazera - prima ancora della fisicità e perfezione del manufatto è l’innovazione, di processo e di collaborazione, messa in campo dalle aziende partner e dai centri di ricerca. Ecco, il sistema Torino nella sua migliore accezione, è questo. Abbiamo aggiunto un altro tassello per diventare una smart city”.

“Non perdetevi questa crisi” è infatti il suggerimento che - racconta Matteo Robiglio, progettista dello studio TRA - arriva da numerosi imprenditori e investitori internazionali, che invitano a trasformare le criticità di questa delicata fase del Paese in opportunità per sviluppare nuove visioni e aprire nuovi mercati. Casazera non rimarrà infatti un prototipo, ma, dopo un periodo di testing e di educazione del sistema domotico verrà abitata, per circa un anno, da due studenti selezionati dal Politecnico di Torino, per monitorare il “comportamento” del modulo in condizioni reali ed essere pronta a sbarcare sul mercato residenziale.

Il modulo Casazera è installato presso le Ex Officine Nebiolo, Via Bologna 53, Torino ed è visitabile su appuntamento.
Fonte : Edilportale.com

Assemblea condominiale: basta convocazioni telefoniche


Assemblea condominiale: basta convocazioni telefoniche

martedì 23 aprile 2013

Dal 18 giugno con la Riforma l'amministratore sarà tenuto a consegnare la convocazione scritta
Qual è il modo corretto di convocare un’assemblea condominiale? L’amministratore deve consegnare la convocazione in forma scritta o basta una telefonata? Prima dell’entrata in vigore della Riforma del condominio, spiega Assoedilizia, era consentito agli amministratori di convocare l’assemblea facendo telefonare la propria segretaria: l’unica richiesta era che esistesse una prova dell’avvenuta convocazione. E come prova sarebbe bastata anche la sola testimonianza della segretaria.
Dal prossimo 18 giugno, invece, entrerà in vigore la Riforma che impone alcune disposizioni tassative per la convocazione. Precisamente, l’amministratore dovrà avvisare i condomini o con lettera raccomandata, o con posta elettronica certificata, o con fax, o con consegna a mano. Ogni modalità diversa da quelle appena elencate sarà da ritenersi irregolare e potrà portare all’annullamento della convocazione stessa. Pertanto i condomini irritati dalle convocazioni telefoniche potranno far sentire la propria voce.
Fonte : Quotidianocasa.it

martedì 23 aprile 2013

Tares, interscambio dei dati catastali fra Entrate e Comuni


Tares, interscambio dei dati catastali fra Entrate e Comuni

Ma la nuova tassa comunale sui rifiuti e sui servizi potrebbe slittare a gennaio 2014


03/04/2013 - Con il provvedimento 39724/2013, l’Agenzia delle Entrate ha definito le procedure di interscambio tra i Comuni e la stessa Agenzia, dei dati relativi alla superficie delle unità immobiliari a destinazione ordinaria, iscritte in catasto e corredate di planimetria.
Tares, interscambio dei dati catastali fra Entrate e Comuni

Il provvedimento illustra tempi e modalità di interscambio tra l’Amministrazione finanziaria e i Comuni dei dati catastali ai fini dell’accertamento della Tares, il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi istituito dall’articolo 14, comma 1, del DL 201/2011. Tali dati sono determinati scorporando dalla superficie catastale, per le sole destinazioni abitative, quella relativa a balconi, terrazzi e aree scoperte pertinenziali e accessorie, comunicanti o non comunicanti.

Il tracciato per l’interscambio dei dati di superficie ai fini della Tares - spiega l’Agenzia - è stato predisposto sulla base di quello già in uso per l’applicazione della Tarsu. Infatti, in entrambe le tipologie di interscambio sono presenti, per ciascuna unità immobiliare, tra gli altri, i seguenti dati: identificativo catastale, intestatari catastali e indirizzo presente nella banca dati.

Naturalmente, nel caso in cui i Comuni riscontrassero scostamenti significativi della superficie delle unità immobiliari a destinazione ordinaria rispetto ai dati in loro possesso - aggiunge l’Agenzia -, possono segnalare all’Agenzia le eventuali incongruenze.

Come già previsto per la Tarsu, la chiave primaria di ricerca rimane l’identificativo catastale dell’immobile, a cui si affianca l’indirizzo, che può essere utilizzato come chiave secondaria di ricerca, e che costituisce una vera e propriacarta d’identità dell’immobile.

Nella comunicazione dei dati ai fini della Tares, viene fornito un codice univoco nazionale per tutti i toponimi che risultano presenti nello stradario comunale e la data di certificazione, se il toponimo risulta certificato.

Per la comunicazione dei dati vengono utilizzate le piattaforme informatiche, denominate “Portale per i Comuni” e “Sistema di Interscambio”. Le regole per l’interscambio saranno pubblicate entro il 15 aprile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, nell’area relativa alle attività di competenza dell’ex Agenzia del Territorio, all’indirizzo http://www.agenziaterritorio.it/site.php?id=6255. Successivamente, verrà comunicata la data di attivazione del servizio mediante pubblicizzazione sul sito internet dell’Agenzia.


La Tares, possibile rinvio
Secondo il DL 201/2011, la Tares dovrebbe scattare da luglio 2013, incrementando il prelievo fiscale del 36% rispetto alle vecchie Tarsu e Tia del 2012, per un totale di quasi 2 miliardi di euro rispetto al 2012. Uno studio della Uil servizio politiche territoriali ha stimato che la nuova tassa costerà in media 305 euro contro i 218 euro medi dell’Imu pagata nel 2012 per la stessa abitazione.

Per questo motivo, il Governo, incalzato da Anci, sindacati e Partito Democratico, potrebbe decidere in questi giorni di rinviare la Tares al 2014. Un primo tentativo è stato fatto nel Consiglio dei Ministri del 27 marzo scorso, dove il provvedimento di rinvio è arrivato “fuori sacco”, ma il Governo non lo ha approvato, rimandando la questione alla  prossima seduta.
Fonte : Edilportale.com

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